Nello studio è stato usato il sangue prelevato da alcune persone che si erano già sottoposte alla vaccinazione, i cui anticorpi sono stati testati contro le mutazioni. Fra quelle esaminate c'è anche una, sulla proteina spike del virus, chiamata N501Y, contenuta sia nel virus inglese che in quello sudafricano, che dall'analisi non sembra influenzare l'efficacia del vaccino.
"E' incoraggiante il fatto che il vaccino sembra restare efficace contro questa mutazione, così come contro altre 15 già testate in precedenza - afferma Phil Dormitzer, uno dei ricercatori Pfizer -. Quindi ora ne abbiamo analizzate 16, e nessuna ha un impatto significativo, ma questo non vuol dire che la diciassettesima non ce l'abbia". A preoccupare, aggiunge l'esperto, è un'altra mutazione del virus sudafricano, la E484K, che potrebbe modificarne la trasmissibilità e che è attualmente allo studio. (Ansa)